martedì 15 gennaio 2013

BOICOTTAGGIO ..... (post del 05 ottobre 2006)

Il termine boicottaggio deriva dal nome del capitano Charles Boycott, un inglese del 1800, proprietario in Irlanda di molte terre e famoso per la sua prepotenza. Nell'estate del 1880, Boycott mandò i suoi affittuari a mietere l'orzo, ma invece di offrire la paga regolare, diede loro molto meno. Questi si rifiutarono di lavorare e la famiglia Boycott tentò di mietere il raccolto da sola, Dopo poco, però, si trovarono costretti ad implorare gli affittuari a riprendere il lavoro. La richiesta fu accolta, ma arrivò il foglio di sfratto. La reazione dei contadini fu immediata: decisero di interrompere qualsiasi rapporto con Boycott e la sua famiglia, resistendo agli assalti di reggimenti chiamati dal capitano Boycott. I contadini l'ebbero vinta. Fu allora che il giornalista americano Redpath coniò il verbo "boicottare".

Il boicottaggio è un'azione straordinaria, consiste nell' interruzione organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti e/o beni per forzare le società produttrici ad abbandonare certi comportamenti che creano ingiustizia, impoverimento ed inquinamento. Ogni volta che andiamo a fare la spesa, ricordiamoci che siamo potenti e che le imprese sono in posizione di profonda dipendenza dal nostro comportamento di consumatori. Noi, infatti, con i nostri acquisti abbiamo la possibilità di far salire e scendere i loro profitti. L'azione di boicottaggio è possibile quando molte persone, contemporaneamente, scelgono di non acquistare i prodotti dell'impresa in questione. Vi sono due tipi di boicottaggio: di "coscienza" e "strategico". Il boicottaggio di coscienza risponde unicamente al bisogno di ciascuno di fare scelte di acquisto che corrispondono ai propri principi etici. Il boicottaggio strategico ha la finalità della vittoria e quindi viene intrapreso da gruppi organizzati affinché l'azienda subisca un calo delle vendite dal 2 al 5% circa in quanto questa percentuale è sufficiente a condizionare i comportamenti dell'impresa. E' necessaria, ovviamente, la partecipazione di tante persone: ognuno di noi, con una giusta informazione, può contribuire ad allargare il "gruppo di amici" che si oppone alle ingiustizie!

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