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La prima fata, Gloriande, prese in braccio il pargolo e lo baciò. ― Bambino mio, in nome di Dio, ti faccio un dono: finché avrai vita sarai il più ardito cavaliere del tuo tempo.
Disse la seconda, Palestine: ― Dama, il dono che gli avete fatto non è certo piccolo. Io gli concedo dunque, finché sarà in vita, che non gli manchi mai né guerra né battaglia.
Allora disse la terza, Pharamonde: ― Dama, il dono che gli fate è assai pericoloso ed è per questo che gli accordo di non essere mai vinto negli scontri.
E disse la quarta, Mélior: ― E io gli dono, finché sarà in vita, di essere bello, dolce e grazioso più di chiunque altro.
La quinta, chiamata Presine, disse invece: ― Io gli concedo che sia sempre amato dalle dame e che le sue storie d'amore siano sempre felici.
L'ultima, Morgana, disse invece: ― Ho udito i doni che avete fatto a questo bambino. Io voglio invece fargliene uno ancora più grande. Gli concedo di non morire sino a che non sarà divenuto il mio amato. ― E detto ciò lo baciò con grande trasporto. Dopodiché le sei fate lasciarono la stanza e svanirono nella notte.
Il giorno successivo il bimbo fu portato al fonte battesimale e ricevette il nome di Uggeri.
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